I No canal battono Expo. E dopo mesi di presidi e proteste ottengono lo stop alle Vie d’acqua. Inutili e dannose per i parchi della zona ovest di Milano che sarebbero stati tagliati a metà dal canale, questo il giudizio di comitati e gruppi di cittadini. Ma le Vie d’acqua erano anche uno dei simboli del master plan che nel 2008 aveva consentito al capoluogo lombardo di vincere il ballottaggio con Smirne per l’aggiudicazione dell’esposizione universale. Ora non se ne farà quasi più nulla: con ogni probabilità per lunghi tratti resteranno solo tubi sotterranei. Un’altra opera di cui rimarranno solo le promesse, insieme a tutto quello che non verrà terminato entro il 2015. Ultimo flop quello della linea 4 del metrò, che non avrà in tempo nemmeno il primo pezzo dall’aeroporto di Linate alla stazione ferroviaria Forlanini. (Le foto dal cantiere di Trenno bloccato via @ufo_inthesky e @LMonocrom dal sito di Milano ics)
Nel 2008 si era detto che le Vie d’acqua sarebbero state in parte navigabili, un nuovo Naviglio insomma. Dovevano esserci anche le Vie di terra, ma quei percorsi verdi che avrebbe unito il centro di Milano fino al sito Expo erano stati cancellati quasi subito. Allo stesso tempo il progetto delle Vie d’acqua veniva ridimensionato e l’investimento passava dai 331 milioni di euro inizialmente previsti a 120 milioni, necessari per collegare il canale Villoresi a nord con il Naviglio grande a Sud passando attraverso il sito Expo, fino alla Darsena, il vecchio porto di Milano da anni in stato di abbandono. Ormai le Vie d’acqua erano ridotte a poco più di un canale irriguo lungo 20 km accompagnato da piste ciclabili. Nel tratto sud avrebbero dovuto attraversare il Bosco in città, il parco delle Cave, il parco di Trenno, il parco Pertini. Per i comitati No Canal, No Expo e Cambia Canale, il canale non era altro che un fosso di cemento che avrebbe aperto una grave ferita in tali aree verdi.
Anche l’associazione Italia Nostra aveva presentato un progetto alternativo. Nella zona di via Quarenghi e nel parco delle Cave le ruspe sarebbero poi andate a smuovere terre inquinate e l’intervento avrebbe reso necessario una bonifica preventiva. I presidi e le proteste avevano già portato allo stop dei cantieri nei parchi e nei mesi scorsi la mediazione dell’amministrazione comunale non è riuscita ad avvicinare le posizioni tra gli attivisti e la società di gestione Expo spa. Con una giunta Pisapia in imbarazzo tra la necessità di dover assicurare la conclusione di uno dei progetti simbolo dell’esposizione universale e la volontà di non scontrarsi con i cittadini e di non militarizzare i cantieri.
Ieri è arrivata la decisione che era nell’aria da giorni, considerati anche i ritardi che ormai i lavori avevano accumulato. Il progetto del tratto sud verrà revisionato e una nuova proposta verrà definita nei prossimi 20 giorni. “Nel nuovo disegno – spiega il commissario unico per Expo Giuseppe Sala – la realizzazione dovrebbe limitarsi a una pura opera idraulica che non interessa i parchi della corona urbana ovest di Milano, ma che sarà in grado comunque di garantire il flusso d’acqua verso la Darsena e di svolgere una funzione irrigua per il sistema agricolo milanese”. Con ogni probabilità delle Vie d’acqua rimarrà il canale a nord, dal Villoresi al sito di Rho-Pero. A sud invece verrà valutata la possibilità di utilizzare tubazioni sotterranee per far defluire l’acqua che creerà l’isola su cui sorgeranno i padiglioni. “Nonostante l’apertura mostrata su varie tematiche e in particolare sull’interramento del canale in alcuni tratti, bonifiche, opere di mitigazione e riqualificazione, parte dei comitati ha rifiutato l’accordo – continua Sala – E duole aggiungere che, purtroppo, nei cantieri si sono registrati persino atti di illegalità, come azioni vandaliche e sabotaggi”.
Dal canto loro i No Canal rigettano l’accusa di avere messo in atto vandalismi e sabotaggi e aggiungono: “Non è ancora la vittoria, ma viene premiata la tenacia di chi da settimane presidia i parchi e blocca i cantieri”. Soddisfazione per la marcia indietro di Expo anche da Milano si muove, il comitato che ha promosso i referendum cittadini del 2011 sull’ambiente: “E’ certamente un fatto positivo che si sia deciso di ridurre i danni dal punto di vista ambientale – dichiarano l’ex assessore Edoardo Croci e il radicale Marco Cappato – Rimarrà da valutare con attenzione il nuovo progetto, e soprattutto i costi, perché si tratta ormai di un’opera inutile, della quale vanno tenuti in piedi solo le parti rese ormai obbligate dagli errori compiuti in precedenza. Tutto il resto, andrebbe bloccato e cancellato”. Uno stop che non salverà gli sprechi di denaro pubblico. L’appalto per le Vie d’acqua infatti è già stato assegnato. E ora si rischiano penali salatissime.
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